Dalla youtuber ai Frontaliers
Una youtuber italiana racconta la Svizzera come la vive, e tra i suoi video ve ne è uno particolare che sta facendo discutere, quello dove racconta come le viene spesso chiesto se è ticinese, perché il suo italiano è giudicato strano. Che l’italiano ticinese sia sui generis non si può negare, basti pensare alle rolladen, al cantone inteso come angolo, ai bilux, al natel… i Frontaliers insegnano!
Dialetto sì o no?
Quante volte, a noi svizzeri, viene chiesto se parliamo lo svizzero, oppure come mai conosciamo l’italiano, il tedesco o il francese? Quando poi si dice che da noi le lingue ufficiali sono quattro, a molti fa strano, come se la Svizzera in realtà fosse poco conosciuta. Ma tant’è.
Nel Gruppo Facebook di TicinoResidenti si è scatenata la discussione, a partire da questo video: dialetto sì o dialetto no? Negli uffici, dice qualcuno, si parla italiano. A volte, si cade nel dialetto. Quando i clienti sono anziani, per esempio, oppure quando qualcuno comincia una frase in dialetto e poi fa proseguire il dialogo. Giusto o sbagliato?
Fa parte della nostra identità
Se è vero che i giovani sempre meno conoscono il dialetto, è di questi giorni la notizia che in molti dottori e dottorandi stranieri sono venuti a seguire dei corsi di dialettologia in Ticino. Qualcuno desiderava insegnarlo a scuola, il leghista Nicholas Marioli. Il dialetto fa parte delle radici, si può parlarlo o meno, ma di certo non ci si deve vergognare di conoscerlo, anzi!
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Laura Valdene – Redazione TicinoResidenTi
Fonte foto : Google
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